Storia di una foto
Era il maggio del 2010, avevo conosciuto Eline e Florence da poco tempo, sorelle gemelle, modelle, olandesi e di passaggio in Italia, ne rimasi colpito dalle potenzialità fotografiche e subito fui pervaso da idee “artistico/culturali” e non potei fare a meno di invitarle nel mio studio per un “tè”…
Quel giorno avevamo poco tempo, il treno, il trasferimento al mio studio, Hair-stylist, make up, preparazione set, non ero proprio tranquillo…
Aspettai un treno in ritardo fortunatamente non troppo, ma abbastanza da sentire la necessità di iniziare a fumare nonostante non avessi mai fumato prima. Eccole, bellissime, una sola valigia che probabilmente dal peso, conteneva oltre che il guardaroba, commessi, cassiera e una statua del garibaldi presa da una piazza come souvenir.
Il traffico non ci aiutò, ma il tragitto fu molto piacevole: – “sono simpaticissime, sarà uno spasso” – pensai!
Subito al trucco e acconciature, che viste le mie idee “poco normali” richiedevano molto tempo, un paio d’ore circa, intanto andai a sistemare il set secondo l’idea che mi attanagliava il cervello.
Durante il test nell’impostazione luci, mi scoppiò un flash!!!!! Fra qualche scintilla e sintomi di svenimento lo smontai in velocità, era il diodo, non avevo il ricambio e non lo trovai! Il punto luce di quel flash era molto importante, ma avrei fatto lo stesso ovviamente anche se non era la stessa cosa.
Erano pronte, lavoro dei collaboratori eccellente, erano bellissime.
Avrei scattato la foto in grande formato, pellicola 4×5, mi era rimasta una sola Polaroid 59 nel cassetto delle pellicole della festa, l’ultima di una indimenticabile serie di scadute e tenute male proprio come piace a me.
Si’ mi piace il rischio!
Feci qualche prova di inquadratura, che con il banco ottico richiede tempi abbastanza “biblici”, ed ecco che ad un certo punto il radiotrasmettitore agganciato sulla fotocamera e che da l’impulso ai flash, volò via come se avesse le ali, sembrava un falco! Mille e uno pezzi sono saltati via e rimbalzati per lo studio per un tempo che mi è sembrato infinito, li sento rimbalzare ancora adesso.
Le ragazze sorrisero, la loro serenità mi tranquillizzava, erano molto pazienti, mi costruii un cavetto di fortuna.
Pronti per lo scatto, decisi di fare qualche foto in pellicola BN Tri-X 320 pro prima di passare alla sola unica e ultima Polaroid59. Gli chassis si incepparono!! Non mi era mai capitato prima!! Dei porta pellicola preparati, riuscii a scattare solo tre immagini, delle quali sono poi rimasto pienamente soddisfatto, ma che sviluppai e vidi solo la notte seguente il lavoro.
Ecco, era tutto perfetto, erano entrate nella parte e presi la polaroid 59 rimasta, si inceppò nel portapellicola per un attimo, il tempo sufficiente di farmi venire un micro-infarto e procedetti subito e con disinvoltura allo scatto dirigendo per una ultima volta l’orchestra.
CLICK !
Uno strappo regolare della polaroid attraverso il dorso, qualche minuto di attesa, aprii l’involucro assaporando il profumo di quella chimica della quale sono “dipendente”, trattenni il respiro….
Ebbene si’, ancora una volta le mie polaroid avevano deciso di collaborare con me mettendo quel tocco imprevedibile che rende tutta l’avventura interessante, lo scambio interattivo tra materiali e creatività, una performance viva che rende il pezzo unico.
Uno sguardo stupito attraverso i nostri occhi per il risultato, poi gli occhi all’orologio, eravamo in ritardo!
Non avevamo tempo neanche per fare qualche altra foto, inoltre non ci eravamo accorti che avevamo completamente saltato il pranzo, ma oramai erano quasi le sedici. Eline e Florance finirono di prepararsi in auto, una volata in stazione dei treni e forse neanche il tempo di salutarsi, ma contenti di aver vissuto un momento di vita, la storia di una foto.
Davide Rossi
Eline & Florence